Marketing Culturale: creare curiosità e rispetto per una cultura differente, generando profitto. La Lezione della Parata dell’Egitto.

Una settimana fa a Il Cairo, in Egitto, sono state spostate 22 mummie, 18 re e 4 regine dal museo egizio neoclassico color pesca, verso il loro nuovo luogo di riposo che dista a circa 5 km di distanza.

Quello che ha fatto notizia è la spettacolarizzazione e la celebrazione dell’avvenimento.

Premetto che ho fatto passare qualche giorno prima di scrivere questo mio pensiero per non essere troppo aggressiva e arrogante.

Da quando siamo bambini e studiamo sui libri di storia, rimaniamo tutti affascinati dagli antichi Egizi, come popolo di illuminati anticipatori di materie scientifiche e astronomiche, di costruttori di grandi opere che tutt’ora rimangono un mistero sia per la loro realizzazione sia per i loro significati, ma soprattutto come popolo dall’assoluta devozione per il mondo dei defunti.

Fatta questa premessa, la sfilata della settimana scorsa è stata veramente suntuosa, faraonica, celebrativa nel rispetto dei defunti che venivano trasportati e a livello di marketing, super in linea con quello che sono gli obiettivi di un Paese che vive di turismo. Infatti mummie, Re e Regine sono stati trasportati nel nuovo Museo Nazionale della Civiltà Egizia in quella che è stata chiamata La parata d’oro dei faraoni.

Una delle principali attrazioni dell’evento di sabato è il re Ramses II, il faraone più famoso del Nuovo Regno, che ha governato per 67 anni ed è ricordato per aver firmato il primo trattato di pace conosciuto.

Ogni mummia è stata trasportata su un veicolo decorato, dotato di speciali ammortizzatori e circondata da un corteo di persone vestite con gli abiti tradizionali dell’antico Egitto, comprese le repliche di carri da guerra trainati da cavalli.
Per il trasferimento, i resti sono stati collocati in speciali scatole piene di azoto per proteggerli dalle condizioni esterne. Anche le strade lungo il percorso sono state ripavimentate per mantenere il viaggio agevole.

Le autorità egiziane sperano che il nuovo museo, che aprirà completamente questo mese, aiuti nella ripresa del turismo, che è una delle principali fonti di valuta estera per il Paese ma che è stato (ed è tuttora) un settore molto colpito dalle turbolenze politiche degli ultimi dieci anni e, più recentemente, dalla pandemia.

La parata delle mummie di sabato è stata trasmessa online in streaming per deliziare  tutti gli appassionati dell’antico Egitto.

Ecco, dopo questo quadro che ho voluto fare per spiegare la mia incazzatura, voglio chiedervi, che diritto abbiamo noi, non egiziani, per definire questa parata “trashata” e “superkitsch”. Questo è davvero il titolo di un noto sito di arte che ha scritto un post in merito all’evento.

Ora, se solo avessimo anche noi in Italia questa cura, questa spettacolarizzazione e questo marketing (declinato alla nostra cultura) per le opere e la storia che abbiamo in Italia, probabilmente tutti potremmo vivere davvero di turismo. Tutti.

I giornali di tutto il mondo lo hanno celebrato come grande evento di un Paese che vuole risollevarsi con i mezzi che ha e nulla.. poi c’è chi arriva a dare del trash alla rievocazione storica millenaria di un popolo. Ma non è tutto perchè poi, sempre dallo stesso sito, è stato puntato il dito in un articolo scritto a posteriori, politicizzando il tutto in un modo secondo me inutile. Tutti hanno una storia e tutti possono avere sbagliato ma che male c’è se qualcuno vuole risollevarsi attraverso la propria storia e la propria tradizione?
Per una volta non riusciamo a essere felici per qualcuno che vuole provarci a fare le cose fatte bene? Non sto generalizzando, sto facendo una riflessione perchè se questo sito non parlasse di arte capirei ma così, davvero, faccio fatica.

Ma come vi potreste sentire se invece ci dessero dei trasher per i nostri presepi viventi che facciamo ogni anno in giro per tutta Italia e che smuovono migliaia di persone portando soldi nei vari paesini in cui si fanno? Saremmo dei trasher a rievocare scene di vita vissuta nella Roma antica investendo molti soldi per spettacolarizzare episodi di Giulio Cesare? Oppure saremmo Kitsch a inscenare un evento per celebrare Dante e la sua divina Commedia?
No. Anzi, dobbiamo iniziare a investire in cultura e marketing culturale. Pensate se anche i nostri musei iniziassero ad adottare eventi stratosferici per portare la struttura e le sue opere sotto i riflettori. 

Ripenso ai due parchi visitati in Norvegia e in Svezia in cui ci sono le rivisitazioni di come vivano questi due popoli moltissimi anni fa e addirittura i bambini e gli animali fanno parte della spettacolarizzazione e ne vanno super fieri per come riescono ad affascinare e a attrarre turismo nel rispetto delle loro tradizioni. A creare rispetto per la cultura differente alla tua, portando profitto.

Ecco, forse questo ci manca, il rispetto delle nostre tradizioni e della nostra storia che nel bene o nel male ci ha portato anche a essere uno degli imperi più importanti della storia mondiale antica. Se solo volessimo, saremmo lo Stato in cui davvero ogni abitante potrebbe vivere grazie al turismo: le sceneggiature, le musiche, le tradizioni culinarie, le opere d’arte, i luoghi storici, le rievocazioni di molte attività, le invenzioni.. pensate a quante persone ci lavorerebbero dietro a queste attività e quanti turisti dai posti più remoti verrebbero per vivere l’Italia antica.

Ci tengo a dire che non ho voluto mettere il link al post proprio per non portare visualizzazioni ad un articolo che non reputo di valore ma in compenso metto qui qualche foto della parata.

 

 

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